Sinodo blindato. Per la prima volta l’assemblea dei vescovi sarà raccontata da un bollettino generico diffuso dalla sala stampa vaticana e non da giornalisti accreditati.
Il motivo? Papa Francesco teme fortemente le “ideologie”, almeno stando a quanto ha dichiarato ai media nel viaggio di ritorno dalla Mongolia. Secondo quanto ha comunicato il Dicastero della Comunicazione del Vaticano, le stringenti limitazioni e regole riguardanti l’accesso ai media durante il prossimo Sinodo dei Vescovi sono radicate nella stessa “essenza” di un sinodo e mirano ad aiutare i partecipanti nel loro processo di discernimento. “Il modo in cui condivideremo le informazioni sul sinodo è molto importante per il processo di discernimento e per l’intera Chiesa”, ha detto Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ai giornalisti in una conferenza stampa vaticana.
Alcune delle “poche regole riguardanti la comunicazione” derivano dalla stessa “essenza del sinodo”, ha detto, che Papa Francesco ha ripetutamente sottolineato non essere un “parlamento” o una convenzione, ma un percorso di ascolto e di cammino insieme in accordo con lo Spirito Santo. “Mantenere la riservatezza, la privacy e, oserei dire, la sacralità di certi luoghi per la conversazione nello Spirito, fa parte del desiderio di rendere questi momenti una vera opportunità per l’ascolto, il discernimento e la preghiera radicati nella comunione”, ha affermato Ruffini.
Tuttavia, il giornalista vaticano ha anche aggiunto che alcune parti del sinodo saranno trasmesse in diretta e aperte ai giornalisti accreditati presso il Vaticano. “Il sinodo sarà diviso in segmenti, chiamati moduli, dedicati alla sinodalità, alla comunione, alla missione e alla partecipazione, insieme a un segmento conclusivo.
Ciascuno includerà sessioni di assemblea plenaria chiamate congregazioni generali, oltre a gruppi di lavoro. Il segmento conclusivo si concentrerà sull’approvazione di un rapporto di sintesi che sarà discusso in una congregazione generale, seguito da gruppi di lavoro che aggiungeranno le loro osservazioni e quindi verrà redatto un testo di sintesi per registrare i punti e le proposte su cui c’è un accordo sostanziale, ma anche quelli di disaccordo, indicando le diverse posizioni e le loro ragioni”, ha detto Ruffini.
“I membri del gruppo saranno chiamati a concordare se il rapporto rappresenta adeguatamente il lavoro svolto insieme e non se sono tutti d’accordo su ogni singolo punto”, ha detto. Sarà quindi sottoposto all’approvazione dell’assemblea plenaria e poi consegnato al segretariato generale. Un documento finale del sinodo non verrà formulato e presentato al Papa fino dopo la seconda sessione dell’assemblea sinodale in ottobre 2024.
I gruppi di lavoro saranno composti da 10-12 persone che cambieranno nel corso della sessione per favorire una maggiore interazione con più persone,” ha aggiunto Ruffini. I gruppi saranno anche divisi per lingua, con gruppi italiani, inglesi, francesi, spagnoli e portoghesi. Ogni gruppo di lavoro avrà anche un esperto per facilitare la conversazione “nello Spirito, che accompagnerà lo scambio dal punto di vista metodologico”.
Se la “Chiesa sinodale” che Papa Francesco vuole deve essere quella realtà aperta e trasparente di cui parla, un sinodo a porte chiuse con stretti controlli sul flusso di informazioni è il modo migliore per lanciarlo? Si era parlato di trasmettere il Sinodo in diretta streaming, ma il Papa ha detto un deciso “no”. “Dobbiamo salvaguardare il clima sinodale”, ha spiegato il Santo Padre. “Questo non è un programma televisivo in cui si parla di tutto.
No, è un momento religioso, uno scambio religioso”.
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