Fisher conferma la messa in latino, “parte della nostra ricchezza”

Il domenicano, Arcivescovo di Sydney e Primate d’Australia S.E. Anthony Fisher OP ha confermato in una lettera rivolta al clero il mantenimento della Santa Messa in latino offerta secondo il Messale antecedente al Concilio Vaticano II all’interno dell’arcidiocesi. 

Arriva anche il monito ai tradizionalisti: “La Liturgia non deve mai essere politicizzata o armata come strumento ideologico da nessuno, qualunque siano le sue preferenze liturgiche: ciò significherebbe dividere in frazioni la Chiesa e minare la comunione in questo senso,” si legge nella nota.

Fisher ha iniziato la sua lettera ricordando come la Chiesa Cattolica sia composta da ventiquattro chiese particolari in comunione con il Papa e tra di loro. Ventitre chiese sono di rito orientale e la più consistente è chiesa Latina o di Rito Romano. 

“Ognuno di loro – scrive Fisher – ha i suoi particolari riti liturgici, costumi e tradizioni spirituali, e ci sono anche variazioni all’interno di ogni tradizione. Quindi, mentre condividiamo un’unica fede, siamo una Chiesa molto diversa dal punto di vista dei riti! Fa parte della nostra ricchezza.”

Fisher ha poi ricordato come anche all’interno della chiesa Latina vi siano vari riti liturgici. “All’interno del rito latino esistono diverse varianti: il Novus Ordo che celebriamo comunemente, la Messa Antica che si può ancora celebrare; la Messa dell’Ordinariato Anglo-cattolico. 

Esistono inoltre, “I “riti “gallicani” (ambrosiano [a Milano], braga, lionese e mozarabico celebrati in alcune parti d’Europa) e i riti di alcuni ordini religiosi più antichi (benedettino, carmelitano, certosino, cistercense, domenicano e premostratense, riti che i membri di questi ordini ancora usano in determinate circostanze). Quindi, mentre condividiamo un rito, i cattolici occidentali sono anche ritualmente diversi.”

“Nel suo recente motu proprio ‘Traditionis Custodes’ e nella lettera di accompagnamento, Papa Francesco ha emanato linee guida in merito alla celebrazione della Messa nella Forma Straordinaria del rito latino e della celebrazione del Novus Ordo. Condivido l’obiettivo enunciato dal Santo Padre di preservare l’unità della Chiesa e la comunione spirituale.”

La notizia è stata diramata nella serata di mercoledì 21 luglio, tra la gioia di migliaia di fedeli che hanno ringraziato l’Arcivescovo per il gesto di buon pastore attento alla guida di tutte le sue pecore. 

Il Cardinale George Pell ha accolto con affetto la decisione del suo successore alla cattedra di Sydney. “Come i cinesi del passato – afferma Pell – viviamo tempi interessanti. La fedeltà a Cristo e l’unità della Chiesa restano di grande importanza. Preghiamo per il Santo Padre. Prego in particolare, come ex arcivescovo di Sydney, per l’arcivescovo Fisher e raccomando calorosamente le sue sagge parole sulla Traditionis Custodes.”

Fisher non nega la complessità dei documenti emanati da Papa Francesco, affermando che “questi documenti meritano un attento studio teologico, liturgico, pastorale e canonico, nonché un discernimento e un’accoglienza nella preghiera.”

E infine una speranza per il futuro, in quanto “una delle principali sfide del prossimo Consiglio Plenario dell’Australia sarà sicuramente come catechizzare meglio le persone adorando la presenza reale, favorire la devozione eucaristica e assicurare una diffusa disponibilità della Messa e della Santa Comunione.”

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