La chiamano Trinità

Questa settimana celebriamo la festa della SS. Trinità, ovvero della rivelazione del volto di Dio che ci ha portato Gesù. Il verbo eterno di Dio, incarnandosi, ci ha rivelato che Dio è Uno e Trino: Dio infatti è unità perfetta nell’amore. Così l’ha spiegata Benedetto XVI: «Contempliamo la Santissima Trinità così come ce l’ha fatta conoscere Gesù. Egli ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio): è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è finalmente Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica. Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. 

In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore creatore. Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. “O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista. Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento ad un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’Amore. “In lui – disse san Paolo nell’Areòpago di Atene – viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore». Nel Vangelo emerge questo “dinamismo d’amore” che intercorre tra Padre, Figlio e Spirito Santo: il Figlio accoglie tutto dal Padre che dona tutto, lo Spirito prende dal Figlio e dona tutto. L’uno è totalmente per l’altro, nessuno tiene niente per sè. Ecco l’amore: è il donarsi per la felicità dell’altro, perdendosi di vista. Sappiamo bene quanto sia difficile uscire dal nostro egoismo, dai nostri spazi, dai nostri gusti, dai nostri ritmi: quante volte sbuffiamo, sbottiamo, brontoliamo quando veniamo “scomodati” dai bisogni degli altri. Quante cose anteponiamo all’amore, dimenticando che crescere nell’amore è il fine della vita. Sì, l’amore è tutto. E siccome è impossibile alle nostre sole deboli forze amare sempre e comunque, ecco che Dio ci dona la sua stessa vita, nella quale veniamo innestati con il battesimo, vita divina che si alimenta con la preghiera, i sacramenti, affinché possiamo diventare anche noi dono per gli altri. Siamo davanti al mistero meraviglioso della vita cristiana, che non è una filosofia tra le tante, ma è partecipazione alla vita stessa di Dio che si attua seguendo, amando e imitando Gesù. In questo giorno ringraziamo il Signore, perché in lui abbiamo accesso al vero volto di Dio e alla partecipazione della sua vita. E chiediamogli che ci aiuti a crescere nella comunione con lui e tra noi, perché le nostre famiglie, le nostre comunità religiose, i nostri presbiteri, le nostre parrocchie, insomma, la Chiesa tutta, sia sempre più immagine e somiglianza di questa 

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