Attraverso quali forme la mia interiorità tenterà di manifestarsi in quegli ultimi attimi di vita quando l’immensità che proverò e che rievocherò dal mio Animo e il poco tempo rimanente mi renderanno Inesprimibile? Le mani tremanti prenderanno forse le veci del cuore, della mia lingua inchiodata? I miei occhi spasmodici chiederanno testimonianza all’Altro che per amore, per caso o per professione sarà al mio fianco durante i miei ultimi rintocchi?
Le mie labbra proveranno, impercettibilmente e senza un filo di voce, a pronunciare per l’ultima volta il nome di qualche Amore distante, di un caro Amico non presente, di un figlio andato per la sua strada? Quali saranno le mie ultime parole, l’ultima impronta semantica che lascerò impressa nell’Animo di chi mi sarà testimone, in quel momento? Avrò la fortuna di morire dolcemente, donandomi ancora attraverso la parola? O verrò sradicato, senza saluti, né carezze, né ultimi baci? Essere l’ultimo nome pronunciato da un Uomo.
L’ultima parola di una vita, prima di restituirsi alla Morte che precede e segue il nostro tempo qui, su questa terra. Lo trovo indescrivibile. Tentare di rianimare con tutte le forze, le conoscenze e le competenze acquisite un uomo che fino a pochi secondi prima dialogava con te e ti chiedeva una mano chiamandoti per nome.
Spesso la morte arriva e non ti lascia il tempo per un ultimo saluto, una parola significativa, un atto di riconciliazione. Arriva e lascia tutto interrotto, tranciato di netto. Scompari, nel nulla. E chi rimane, ricorda e prova la perdita, si trova a vivere il cosiddetto lutto traumatico. In questo caso la perdita della persona cara arriva in modo inaspettato e costringe chi è rimasto al mondo ad un cambiamento improvviso, sia dal punto di vista emotivo sia della vita nella sua interezza.
Un lutto traumatico sconvolge profondamente le certezze della propria vita, andando a minare la sicurezza fino ad ora provata e la visione del proprio futuro. Subire la perdita di una persona cara in questo modo può far sentire la persona in trappola ed estremamente sola a vivere un dolore immenso.
Perdere una persona per una malattia o a causa della vecchiaia è ben diverso che perderla per lutto traumatico anche per la mancanza di tempo per prepararsi all’idea della perdita e per salutarlo nel modo più opportuno. Il tempo rimane sospeso in chi ha perduto il proprio caro e, nel medesimo istante, fugge via inesorabilmente come ha sempre fatto. Il mondo non si ferma anche se parte del tuo mondo è giunto al capolinea. Perdendo un nostro caro perdiamo parte di noi stessi, ci sentiamo smarriti, privati di significato.
Arriverà l’istante in cui mi scoprirò testimone di vita e di morte e mio stesso cimitero, sepolcro inosservabile lungo la periferia del tempo. Sguardo consunto, mani inerti. La mia voce risuonerà come vento d’autunno nel camino spento di casa e di me non rimarranno che un paio di appunti sgualciti, narratori del mio tempo passato qui.
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