Calcio, tifo e politica …

Il calcio è sempre stato un ricco serbatoio politico, rapporti che impregnano ogni curva e tifoseria organizzata negli stadi Italiani. 

Negli ultimi anni costanti monitoraggi portati avanti dalla Polizia di Stato, hanno dato alla luce una nuova visione dei supporter Italiani, ben diversa dagli anni passati, dove la politicizzazione era il punto fisso di una frangia minoritaria, mentre adesso ogni tifoso è legato, non solo alla passione calcistica, ma anche da una comune identità Politica. 

Gruppi attivi impegnati in dibattiti su tematiche d’attualità che non sdegnano ad accorpare esponenti di spicco delle cosche mafiose italiane, creano un legame pericoloso con ambienti criminali che porta al riciclaggio, alla corruzione, alla gestione illecita delle scommesse e anche al controllo delle scuole calcio e dei vivai delle squadre; insomma ad estorsioni mascherate da sponsorizzazioni e tifo. 

Facciamo un piccolo resoconto su alcune frange organizzate più esposte politicamente per dare un’idea: 

Atalanta: Gli ultras della Dea nonostante un passato di estrema sinistra, dagli anni 80 il gruppo dal nome Wild Kaos sembra avere una spiccata propensione verso destra che presto si trasformerà in adesione totale verso la Lega Nord di Umberto Bossi e Company. Storico l’episodio del cosiddetto “Carro Armato delle Polemiche”, dove un bellissima sera in una festa di inizio anno come tra compagni di scuola, entra in scena un carro armato, che schiaccia le macchine pitturate con colori e scritte delle tifoserie rivali in particolare una macchina di colore giallo rosso, al grido di “Roma Ladrona”… scena che segnò la nuova frontiera del folklore ultrà.

Juventus: Il tifoso juventino è da tempo sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Note sono le inchieste relative alle infiltrazioni della Ndrangheta, le operazioni di bagarinaggio, le estorsioni e il ritrovamento di armi durante svariate perquisizioni tra gli esponenti dei Drughi, gruppo da sempre legato all’estrema destra. Anche i Viking altro gruppo ultras, è da sempre legato con le tifoserie estere come quelle del Legia Varsavia e soprattutto del Den Haag dell’Aia, dichiaratamente antisemita.

Lazio: La tifoseria laziale contende il primato quale gruppo nero per definizione. Numerosi episodi controversi segnano questa tifoseria, ricordata in particolare per gli adesivi con l’immagine di Anna Frank con in dosso la maglia della Roma, bollati dai tifosi come sfottò e continui cori per lodare le opere del Duce durante le partite. 

Diabolik, al secolo Fabrizio Piscitelli, è stato per anni il leader degli “Irriducibili”, cuore dell’estremismo biancoceleste, prima di essere freddato in una notte di mezza estate. Il suo nome veniva affiancato a gruppi di destra oltre a quelli di famiglia di spicco della malavita organizzata romana. 

Milan: “Né rossi, né neri, ma solo rossoneri”, cantano così … 

Sassuolo: I tifosi del Sassuolo hanno dimostrato nel tempo un attaccamento morboso alla squadra della città, tanto da accompagnarla nelle faticose trasferta nella storica scalata alla massima serie. Conosciuti più per il campanilismo  per le attitudini politiche. 

Bologna: La curva della squadra del capoluogo emiliano non poteva che nascere rossa ma, l’insediamento di frange orientate a destra portano nei vari  anni all’ allontanamento della politiche dal rettangolo verde del Dall’Ara. La mancanza di riferimenti ideologici fa della tifoseria bolognese un insieme variegato di gruppi, uniti dall’amore verso la squadra. 

Genoa e Sampdoria: Genova è una città di grande tradizione operaia. Sin dai primi anni della comparsa del tifo organizzato, i simboli del Che e la bandiera cubana sono esposti sulle gradinate del Ferraris. La tifoseria blucerchiata resta un eccezione nel panorama calcistico italiano, dichiarandosi pubblicamente Antifascista , nonostante un gemellaggio con l’Hellas Verona. 

Verona: La tifoseria scaligera da tempo si rende protagonista di episodi fascisti e xenofobi. Nel 1996 la curva fa appendere dagli spalti un manichino nero come protesta nei confronti della società intenzionata ad acquistare un calciatore africano e ancora nel 2011 cori Fascisti e saluti romani hanno accompagnato i 90 minuti contro il Livorno.

Livorno: Conosciuta in tutta Italia e anche fuori dai confini nazionali per le proprie idee politiche, probabilmente quella di Livorno è la curva più “rossa” d’Italia capace di salire alla cronaca per fatti e striscioni che richiamano il comunismo più estremo. 

Questi sono alcuni esempi di calcio e politica, argomento da maneggiare con cura, ricordando sempre il calcio è un gioco e tale deve restare senza farlo diventare un amore malato e la politica è una cosa seria (forse) che riguarda il destino di tutti noi, dei nostri figli e dei nostri nipoti.

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