Arrivai alla Juventus da settimo attaccante e me ne andai da titolare
“Mio papà ha fatto tanti sacrifici, ricordo ancora quando lui aveva 40 anni e si diplomò perito tecnico per poter aver 50mila lire in più sullo stipendio. Quando sono passato dal Perugia all’Avellino sono stati mesi difficili, avevo 18 anni e stare da solo in un appartamento non era facile.
Ho sofferto un po’ di solitudine, mi mancava la famiglia e gli amici, ma quell’esperienza mi ha maturato tanto perchè nella vita sono le esperienze negative che ti fanno crescere e ti fanno diventare uomo.
Ricordo ancora quando Boniperti telefonò alle dieci di sera ai miei genitori, mio padre pensa a uno scherzo. Il primo giorno in sede arrivai con mio padre e mio fratello. La famosa esultanza che mi contraddistingueva capitò in una partita contro il Napoli, era una partita brutta dove alla fine la sbloccai e decisi di esultare tirando la maglia sopra la testa, fu casuale.
Se ci fosse stato ancora Boniperti in dirigenza non avrei mai lasciato la Juve, probabilmente mi avrebbe proposto di firmare in bianco. Andai via io, ma anche Vieri e Sousa, fu una scelta aziendale, oggi è difficile avere un calciatore bandiera perché le squadre devono far quadrare i conti.
Boniperti spesso chiamava al telefono per chiederti come stavi, ti faceva passare in ufficio da lui durante la settimana per chiederti come andava, come stavi e poi la domenica quando riuscivi a fare una grande prestazione si faceva sentire al telefono per farti i complimenti.
L’ho amato tanto, ti faceva sentire importante. Descrivere che presidente è stato per me, e in generale, è difficilissimo. Lui apparteneva ad una categoria che, oggi, non esiste più. Mi ricordo che mi chiamava Terminator. Gli piaceva la mia grinta, la mia determinazione.
Io gli rappresentavo un vero carrarmato. Lui mi caricava così e io ero felicissimo quando me lo diceva. Ha capito fin dal primo momento il mio amore per la Juventus. Mi ricordo ancora la sua prima raccomandazione quando sono arrivato a Torino: “Mi raccomando, dobbiamo vincere il derby”.
Non solo io ma tutta la mia famiglia saremo sempre grati a lui, quello che mi ha regalato è unico. “
