Felice Gimondi, l’erede di F. Coppi

Il 2 settembre del 1973 si corre a Barcellona la prova in linea dei Mondiali di ciclismo su strada. Sul Montjuïc, durante i primi giri, Eddy Meckx viene colpito da un sasso al ginocchio e perde molto terreno.

 Il ‘cannibale” riesce comunque pian piano a recuperare, si aggrega a un gruppo di otto fuggitivi, fino a riuscire a portare un doppio attacco portentoso durante il 14o giro.

Solo in tre riescono a stargli a ruota, sono lo spagnolo Ocana, Gimondi e Maertens. Perurena, Zoetemelk, Torres e l’altro azzurro Battaglin si staccano. La corsa ora si decide tra i primi quattro. I migliori.

Al suono della campana dell’ultimo giro i quattro di testa sono ormai imprendibili. Ocana sembra in difficoltà, Merckx non ha la gamba, Maertens, giovane e in forma, prima prova a lavorare per il campione connazionale, poi, data la difficoltà del cannibale, prova a sorprendere Felice Gimondi.

 Il bergamasco però si inventa una volata perfetta, memorabile, andando a vincere una delle più emozionanti corse iridate nella storia del ciclismo. Con questo successo Gimondi aggiunge l’unico titolo che mancava al suo palmares. Anzi mancava ancora la classica, la Milano-Sanremo. Ebbene, nel 1974 Gimondi batte’ tutti per distacco e si consacrò fenomeno delle due ruote. 

I numeri non mentono: 139 vittorie complessive. Uno dei sette corridori nella storia ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri (Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta di Spagna). Campione del mondo su strada nel 1973 e vincitore di varie classiche leggendarie, come la Parigi-Roubaix, la Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia. Nove volte sul podio nella classifica generale del Giro d’Italia (record assoluto), corsa vinta per ben 3 volte. 

Felice Gimondi ha vinto tutto, nonostante la sua carriera è coincisa con quella del “cannibale” Eddy Merckx, il più grande ciclista della storia. Felice Gimondi è stato forse il più grande ciclista della storia italiana, e se ne parla sempre poco.

 Il paragone è molto semplice. Nessuno riesce a vincere quello che ha vinto Gimondi nell’epoca di Pogacar. Questo fa capire la sua grandezza. Morì il 16 agosto 2019 a 76 anni, mentre nuotava in vacanza in Sicilia. Campione unico, persona splendida.