Il bello del calcio di periferia

Campetti con buche e fossi, spogliatoi che è meglio evitare
Siamo una squadra di 11 sciagurati, giochiamo in terza categoria perché non abbiamo ancora fatto il “salto di qualità” e sinceramente a quasi 30 anni direi che non lo faremo più…ma poco importa. 

Vogliamo solo giocare, siamo peggio di un gruppo di bambini capricciosi, facciamo il totocalcio, usciamo insieme la sera e ogni anno ci promettiamo traguardi irraggiungibili ma poi…a conti fatti, siamo sempre lì…a lottare tra fango e classifica, per cercare di non essere ultimi in classifica.

Facciamo a botte per un posto a sedere nello spogliatoio, giochiamo e ci prendiamo in giro tutto il tempo, ma quando c’è da esser seri e mettere in pratica i consigli del nostro allenatore, nessuno fiata e tutti concentrati, proviamo a fare quello che ci chiede. Però la realtà non sempre è quella che sogniamo, molto spesso, i nostri errori su corsa, controllo e possesso sono decisivi anche quando ci mettiamo in modo perfetto.

 Il calcio non è come la battaglia navale, qua ci si muove e quando inizi a spostare le pedine rischi sempre di far danni. 

Ecco perché siamo gli ultimi della classe, ecco perché nessun osservatore ci ha mai proposto da nessuna parte. 

“Ma che giocate a fare, siete degli scappati di casa”, ci dicono in tanti, ma a noi onestamente poco importa, essere squadra ci esalta parecchio. 

Una volta a settimana proviamo a fare qualcosa di unico, per noi stessi e per chi crede ancora in questi 11 sciagurati.

Andare sul campo a provarci nonostante acciacchi, problemi di famiglia, lavoro precario e l’età che ti toglie sempre qualcosa. 

Nonostante tutto non abbiamo mai abbandonato un sogno irrealizzabile, e se giocare è la vostra passione non abbandonatela. (Tratto da: I racconti di un altro calcio)