In questo mondo di …

Hey in questo mondo di ladri

C’è ancora un gruppo di amici

Che non si arrendono mai … 

Cantava così Venditti nazional-popolare, autentico “capolavoro” non tanto artistico quanto di “paraculaggine” commerciale, ma in questo “mondo di ladri” c’è ancora un gruppo di amici che non si arrende mai, risultando quasi sciacalli da guerra .

Mentre il mondo si interroga sulla questione Russia-Ucraina, nonostante paure e angoscia va avanti. 

Anche il calcio non si ferma non si ferma il calcio degli sciacalli, infatti se la parola sciacallo viene associato alla persona che approfitta delle altrui sventure per rubare; in particolare chi in occasione di cataclismi o eventi bellici, saccheggia case e luoghi abbandonati, deruba cadaveri o persone indifese, o infine nello specifico chi si inserisce con false promesse nelle trattative per trarne profitto; tutto questo sembra ricondurre al rampollo discendente della famiglia che comanda il nostro bel paese dai tempi di Giolitti Andrea Agnelli.

Andrea Agnelli resta prigioniero di un sogno, una partita persa giocata ancora in modo cocciuto, con tempi e comunicazione sbagliati, pensa alla partenza della Superlega. 

La Superlega è finita ancor prima di cominciare ma il presidente della Juventus chiamato tra gli amici più stretti mono ciglio insiste, resiste, non volendo prendere coscienza, respingendo i consigli di chi gli ha suggerito di desistere, di comprendere che le emergenze contemporanee prevedono priorità superiori a quelle di un nuovo torneo calcistico. 

Difficile da capire per chi come Andrea, giovane ossessionato presidente della Juventus, probabilmente non avendo una grande personalità, dovuta a una vita agiata fin dalla nascita, uno stile di vita capriccioso che lo porta all’ossessione di volersi sostituire al potere dell’Uefa, non per rispondere a criteri di equità sportiva ma per aumentare sensibilmente gli introiti, vista la contabilità sofferta della stessa Juventus e di altri club. 

Durante un summit (adesso si dice così, perché chiamarlo incontro tra dei massimi dirigenti o rappresentanti di organismi sindacali, industrie, e simili, ti fa sentire un Neanderthal) organizzato a Londra dal Financial Times, dove sarebbe stata l’occasione per una diplomatica ammissione di un errore strategico e di comunicazione, invece ha prevalso il suo pensiero piagnucoloso contornato da una miopia sulla situazione attuale del mondo, ma soprattutto un infantile tempistica di comunicazione dichiarando addirittura “Secondo me il calcio europeo in questo momento ha un disperato bisogno di riforme.” 

“Il compromesso non è una scelta ormai, c’è bisogno di riforme più profonde” sognando forse chissà, un tavolo un negoziato in qualche località segreta tra Termini Imerese e la Polonia, un colloquio tra la sua delegazione magari guidata dal cugino illustrissimo Lapo con Aleksander Čeferin presidente della UEFA; padrino di battesimo della figlia ma nemico di Denaro. 

In precedenza, Ceferin, presidente dell’Uefa, aveva respinto con disprezzo la nuova proposta dichiarando “L’avevano presentata in piena pandemia, la rilanciano ora con la guerra in corso. Penso che vivano in un mondo parallelo. Possono organizzare un altro torneo ma chi vi aderirà non potrà partecipare a quelli organizzati da Uefa”. 

Ancora qualcuno evidentemente non ha perso il vizio e sembra quasi una sfida, ma è una grottesca commedia, recitata da comparse che hanno la presunzione di essere attori, attori da soap opera da cinepanettone anni 80, i film che diedero inizio all’era dell’ idiozia ITALIANA che forse non è mai finita.

Che Dio vi benedica tutti! 

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*