Era il 1977 e la cronaca per le partite della squadra dell’Apia era di pertinenza di Vittorio Cappelletto.
Chi scrive iniziava a muovere i primi passi nel mondo del giornalismo. Il responsabile dei servizi sportivi della Fiamma era Pietro Schirru che mi chiese di seguire le partite del Marconi in quanto abitavo nella zona vicino a Bossley Park. Schirru mi prese sotto la sua ala protettrice.
Il direttore della Fiamma era Evasio Costanzo, tifosissimo dell’Alessandria e dell’Apia che non mi chiamava mai per nome ma mi apostrofava affettuosamente con la parola “cadetto razza piave”.
Chi invece nel 1977, dopo avere percorso tutto l’apprendistato dei cadetti, durato 6 anni, al Daily Telegraph, era un giovane italiano nato ad Haberfield il 30 gennaio 1957, figlio di Mario e Carmela, originari di Castiglione di Sicilia, un paese che dista 40 chilometri da Catania.
Stiamo parlando di Antonio Raciti che firmerà il suo primo articolo nella prima pagina sul quotidiano australiano il 25 Novembre 1977.
Nonostante il prestigioso incarico di cronista sportivo (era anche molto bravo e il suo inglese era perfetto) Antonio, diventato ormai per tutti Tony, aveva altre idee per il suo futuro.
Tifosissimo sin da ragazzino dell’Apia grazie al padre che lo portava sempre ad assistere alle partite della squadra granata, Tony decideva di smettere con il giornalismo per intraprendere una attività in proprio.
Io ebbi la fortuna di conoscere Tony Raciti nel 1978. Nel frattempo ero diventato il responsabile dei servizi sportivi della Fiamma.
Un giorno si presenta alla redazione della Fiamma, situata allora nella Parramatta Road, un giovane magrolino con una folta capigliatura nera. Era Tony Raciti ed era il nuovo presidente di tutte le squadre juniores dell’Apia e anche il nuovo segretario della squadra di calcio dell’Apia.
Da quel giorno diventammo molto amici nonostante Tony si fosse accorto che avevo una debolezza, come tifoso, per il Marconi e non per la sua Apia.
Dal 1978 ci spostiamo al 1984 quando l’Apia Calcio era amministrata, con scarso successo, da un consorzio di uomini d’affari che impossibilitati a continuare una gestione in bilancio passivo si rivolse come ultima ancora di salvezza a Tony Raciti al quale chiedono la cifra di 72.000 dollari per coprire tutti i debiti accumulati.
Tony Raciti non disponeva di una cifra del genere ma non si perse d’animo e chiamò attorno a sé cinque amici, come lui, grandi tifosi dell’Apia e i suoi amici senza esitazioni misero mano alla tasca e acquistarono l’Apia Calcio.
Il presidente granata, durante la nostra amichevole intervista, mi ha detto che è arrivato il momento di far sapere ai vecchi e nuovi tifosi dell’Apia e a coloro che seguono il calcio in questo immenso paese che senza l’aiuto di molte persone non sarebbe stato possibile gestire, da presidente tra seniors e juniors, per 45 anni la squadra di calcio.
I cinque amici che diedero a Tony i 60.000 dollari, cifra che non hanno mai voluto riavere, sono stati Aldo Di Mento, Vince Di Mento, Nino Panuccio, Tony Arcella e lo scomparso Mario Guerrera.
Tony Raciti ha sottolineato la importante figura dello sponsor della squadra, il Wests Leagues Club di Ashfeld che dagli iniziali 6000 dollari del primo anno, dopo 28 anni di interrotta sponsorizzazione, ha fatto salire gradualmente la cifra portandola agli attuali 85.000 dollari annui.
Nel 2017, mi ha confidato il presidente granata, l’Apia Leichhardt Tigers ha rischiato di fallire, di smettere di esistere, di sparire per sempre dal calcio australiano
Voglio che si sappia, ha confidato Raciti, che da solo finanziariamente non ero in grado di continuare la gestione della squadra, ma inaspettatamente sono arrivati a salvarla due angeli custodi a cui sarò eternamente grato: Felice Montrone e Terry Leckie che con due generosissime donazioni (rispettivamente 105.000 e 127.000 mila dollari) mi hanno consentito di superare il brutto momento e di continuare, permettendomi inoltre di programmare il futuro.
Adesso non abbiamo più problemi finanziari e siamo una società solida e una delle più all’avanguardia del calcio australiano. Abbiamo ristrutturato il Lambert Park spendendo 6,3 milioni di dollari: 2.3 ci sono stati dati dal governo, ma gli altri 4 milioni sono state generose donazioni, sponsorizzazioni e proventi di varie serate di beneficenza e altre iniziative.
Siamo stati tra i primi ad avere un terreno di gioco con l’erba sintetica. Abbiamo una stanza dentro il Lambert Park che contiene tutti i numerosi trofei e coppe vinte nella lunga e gloriosa carriera della società granata.
Sempre in questa moderna stanza sono in mostra tutti gli articoli del “merchandising” dell’Apia che ha creato al riguardo un proprio marchio, il Superstar Sport Wear.
L’Apia partecipa, inoltre da 20 anni all’importante Torneo Internazionale Giovanile di Calcio di Viareggio.
A fianco di un presidente di successo ci sono state non una ma due donne, la prima è la signora Vittoria che ha dato a Raciti quattro figli (Mario, Matthew, Daniela e Adamo) e lo ha sempre sostenuto nella sua sviscerata passione per l’Apia, e l’altra è Maria Pia Scarselletta, da 25 anni la segretaria tutto fare dell’Apia Calcio che si è prodigata 24 ore al giorno, sette giorni la settimana, svolgendo, (parole di Raciti), il lavoro di dieci segretarie. Un asse portante e vincente della società granata. Una persona che qualsiasi presidente vorrebbe avere come segretaria.
Ma cosa accadrà in futuro quando Tony Raciti deciderà, si fa per dire, di appendere gli scarpini al chiodo e di smettere di fare il presidente, non prima però di festeggiare il 50esimo anno da “el supremo” granata?
Niente paura. Tony mi ha confidato che Mario, il suo primogenito, un affermato avvocato, gli ha promesso che prenderà lui in mano la gestione dei Tigers.
A Tony Raciti, per i suoi 45 anni di presidenza, vanno gli auguri di tutti i tifosi dell’Apia ai quali si aggiungono quelli del presidente del Club Marconi Morris Licata, del Soccer Chairman Robert Carniato e di tutto il Comitato Direttivo del sodalizio italiano di Bossley Park.
Molti lettori si saranno posti una domanda dopo avere letto questo articolo sul presidente Tony Raciti. Come mai che un tifoso del Marconi Calcio ha voluto raccontare questa storia di un presidente della squadra rivale per antonomasia, l’Apia?
Perché si può fare il tifo per una squadra ma essere giustamente riconoscenti, per chi ama il calcio, ad una persona che ha dedicato la sua vita per la squadra che lo aveva stregato quando da bambino accompagnava il caro papà al Lambert Park.
Se non era per Raciti l’Apia sarebbe scomparsa dal calcio australiano ed è sempre grazie a lui se ancora oggi esiste la necessaria rivalità del derby di Sydney tra due squadre che hanno fatto la storia del calcio in Australia: Marconi e Apia. Grazie Tony. (Maurizio Pagnin)
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