Mancini Roberto, in arte “the normal one”

Noel Thomas David Gallagher, cantautore, chitarrista e produttore degli Oasis nonché tifoso sfegatato del Manchester City squadra allenata dal Mancio, diceva di lui dopo l’esonero dai Citizens: “Mancini è un brav’uomo un gentiluomo, ha vinto il titolo ma è decisamente uno che ha gli attributi, si agita, grida, combatte, un po’ mi manca…” 

E sì, perché il Mancio sembrerebbe essere tutto pacatezza e gentilezza ma invece contiene in sé un’esplosione di rabbia e passione quando c’è da combattere. E aggiungo rabbia e passione trasmessa ai suoi giocatori in un gruppo capace di compiere l’impresa nella fossa dei Leoni; lì ha ammutolito l’Inghilterra e i suoi tifosi compreso Gallagher che già cantava “It’s coming home” credendo di riportare a casa la coppa: e invece no.

A casa, in Italia, oltre alla coppa sono tornati i nostri campioni e lo stesso Mancini, di preciso a Jesi la  “Milano delle Marche” un comune italiano di 39,302 abitanti nella provincia di Ancona, la città natale del Commissario Tecnico, dove si trovano ancora i suoi genitori, per godere del meritato riposo dopo lo stress e le fatiche del torneo. A Jesi, Mancini accudisce anche Mamma Marianna che per via di un problema a un ginocchio sarebbe impossibilitata ad uscire. Il Mancio, da buon figlio, va a farle la spesa, come quando era bambino. 

Ed è lì, davanti la Salumeria del paese, che viene immortalato da alcuni fotografi mentre si trova in coda per entrare. Elogio alla normalità della persona, insomma, prima ancora che del Vip. Non fa il furbo Mancini, ma la fila con grande umiltà come tutti gli altri… merce rara nell’Italia dei politicanti di turno o la coppia di pagliacci da social network Ferragni-Fedez che furono capaci di affittare un intero supermercato di frutta e verdura per festeggiare un compleanno trovando divertente lanciarsi addosso lattuga e pomodori che sarebbero potuti andare a chi ne aveva veramente bisogno… ma questa è tutta un’altra storia – all’italiana. 

Come diceva Leonardo Sciascia: “esistono Uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà.” Per fortuna esistono gli uomini con la U maiuscola e uno di questi è il nostro Mancio, il quale non approfitta della enorme popolarità che gli ha reso la vittoria dell’Italia agli Europei o la carriera da ex calciatore idolo dei tifosi della Sampdoria me racimolare qualche aiutino o servizio privilegiato qua e là.

Piuttosto, il nostro mitico aspetta che, come previsto dalle norme anti Covid, ci sia abbastanza spazio anche per lui e resta in fila come tutti gli altri ad attendere il proprio turno, senza chiedere favoritismi. Mostra una scena di normalità, educazione, umiltà ed eleganza. Questa scena suscita consenso e rispetto non solo da parte nostra ma anche all’estero.

Speriamo solo che l’establishment cominci a capire che forse non bisogna essere di sangue blu per essere signori ma semplicemente “Roberto, the normal one”.

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