Pietro Mennea e l’alimentazione classica italiana per vincere

Il compianto e leggendario atleta di Barletta amava raccontare questo aneddoto
Giornalista: “Pietro Mennea, immagino che curassi molto l’alimentazione, fossi molto attento a tutti questi piccoli dettagli…”

Pietro Mennea: “(pausa di riflessione) Guarda ti racconto un aneddoto. Anni fa mi invitarono ad un convegno sull’alimentazione ad Avellino. Invitarono un sacco di medici, tutti specializzati sull’alimentazione. Allora, ognuno nella sua relazione spiegò tutti i fabbisogni prima, durante e dopo l’allenamento: “22gr di carboidrati prima dell’allenamento, 36 dopo l’allenamento, 15gr di polase durante i pasti.”

Mi ricordo che a quel convegno quando arrivai, questi medici erano tutti amici miei: “Ehi, Mennea, ah! Come va?”. Si erano creati una professione su questo modo di spiegare ed indicare. Arrivai, feci anche io la mia relazione e spiegai la mia alimentazione quando stabilii il record del mondo a Città del Messico.

In quegli anni, quando partiva la squadra azzurra, si portava dietro una forma di parmigiano reggiano, pasta italiana e delle lattine di pelati. Quindi noi mangiammo per 20 giorni pasta al pomodoro con il parmigiano. Si tagliava la forma in due, si prendeva il parmigiano lo si grattugiava, e come terzo mangiavi di nuovo il formaggio.

Una fettina di carne per secondo, acqua minerale e noi per 20 giorni mangiammo così. Verso la fine dei giorni, il parmigiano all’interno delle 2 mezze forme era finito. 

Allora per condire la pasta, si cucinava e si buttava la pasta nella mezza forma che era rimasta. Era più saporita. Una ‘cacio e pepe’ senza pepe. Ebbene, in quella settimana, con quella alimentazione, stabilii 12 record fra Mondiali, Europei e nazionali.

Allora io ai medici raccontai questa esperienza. Finito il convegno non mi salutò più nessuno. Quando me ne andai si scansarono tutti. Ero diventato un lebbroso, un appestato, uno controcorrente.

Pensa che io feci il record italiano allievi a Salerno, nel 1969, 10″8, a mezzogiorno avevo mangiato 3 piatti di pasta al forno, perché a Salerno la fanno che è la fine del mondo. Andai in pista e feci 10″8, era il record italiano.

Ai giornalisti dissi: “Ammazza! Qui la pasta al forno è proprio buona!” (Fonte: Giornata Mondiale dell’Alimentazione)