Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno… La celebre frase di Alberto Sordi che rappresentata la vita, una metafora semplice per i tempi reali.
La scena iconica dove Sordi mangia un piatto di spaghetti è tratta dalla pellicola “Un americano a Roma” dove un giovane che sogna gli Stati Uniti cerca di comportarsi come un americano, tutta la pellicola gira intorno all’iconografia statunitense dell’epoca, una parodia di stereotipi continui.
Stereotipi che non vanno giù al nostro Rocco Commisso, specie quando la parodia tocca noi Italiani e soprattutto se fatta dai nostri compaesani tra le mura amiche.
Rocco Commisso fondatore del colosso dei servizi via cavo Mediacom è l’attuale presidente della Fiorentina ed è risaputa ormai la sua crociata contro il sistema calcio Italiano che lo ha messo contro tutti, contro i colleghi presidenti e la stampa avversa che, a volte, sono la stessa cosa… Tanto da arrivare persino alle querele. Nello specifico dal giornale che racconta lo sport da sempre, il giornale “rosa” che tutti abbiamo letto almeno una volta nella vita, la Gazzetta dello Sport e quindi indirettamente a Urbano Cairo.
Commisso porta in tribunale la Gazzetta dello Sport del collega rivale Cairo per allusioni alla mafia e per offesa all’intera comunità italoamericana che quotidianamente si batte per sradicare l’orribile stereotipo che associa lo stigma della criminalità organizzata ai nostri connazionali d’Oltreoceano.
Tutto ebbe inizio nella in una famosa conferenza stampa tenuta dal presidente della Fiorentina , un autentico show durato quasi due ore, dove Commisso si era scagliato contro l’ambiente fiorentino e i media, colpevoli a suo dire di delegittimarlo con notizie false .
Fra i vari articoli a risposta, anche il commento della Gazzetta che canzonava il presidente: “Commisso non si offenda, faccia come noi che preferiamo riderci su”. Non è andata proprio così. Ma c’è un passaggio di quell’articolo che lo ha fatto andare su tutte le furie, quando viene ridotto a macchietta stile fine ottocento e apostrofato come “don Rocco”: “Più che da un gangster movie di Coppola o Scorsese, sembra uscito da un film poliziottesco all’italiana di Serie B” … Come a dire che Commisso ricorda una certa brutta Italia, che preferiamo resti solo nei vecchi film, con un chiaro riferimento allusivo alla famosissima organizzazione criminale.
Il numero uno della Fiorentina ha deciso di sporgere una denuncia per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa, ritenendo “apertamente denigratori e discriminatori i toni usati” ribadendo nella querela (che ormai non sembra più una semplice querela) il suo percorso di vita e la carriera che lo ha portato dal nulla ad essere uno degli uomini più ricchi del pianeta. La sua battaglia personale e l’orgoglio, in questo caso ferito, dell’emigrato con la valigia di cartone che ce l’ha fatta e per lui la Gazzetta ha “offeso la reputazione dell’intera comunità italoamericana e non solo, quella di tutti gli Italiani all’estero.
Di certo Rocco c’è l’ha fatta, il suo patrimonio è stimato intorno ai 6,9 miliardi di dollari americani e di certo non ha nessuno voglia dì sbatterci in faccia il suo impero economico. Rocco è ancora oggi il ragazzo di 12 anni che si trasferì negli Stati Uniti con la madre e due sorelle per raggiungere il padre Giuseppe, falegname; il ragazzo che giurò ai suoi amici di tornare ed di aver lasciato il cuore nella nostra bella Italia, il ragazzo che non si scorda la sua prima casa che con i soldi potrà ricomprarla … ma si sa quando si ritorna spesso. anzi quasi sempre, direbbe Celentano, si trovano case su case, catrame e cemento, edifici e stabili di nuova costruzione o altri lì da anni che nessuno ha mai buttato giù con fondamenta così scavate in profondità che dei semplici terremoti neanche sfiorano … Ma i Napoletani dicono che Il terremoto è “o volere di Dio, fa bene alla terra”. È come quando una persona sta male e accumula, accumula, finché si sfoga e si libera. Perciò il terremoto è una cosa buona.
E speriamo che il nostro terremoto sia Rocco e la sua battaglia contro il sistema corrotto da anni.
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