Accolto da tifosi e tanta gente, Emanuele Filiberto discendente della casata reale, è in campo per rilevare il Savoia Calcio 1908, la squadra di Torre Annunziata, in provincia di Napoli.
Il calcio sarà pure del popolo, ma la passione per il gioco del pallone ha contagiato tra le più importanti teste coronate d’Europa e adesso tocca pure a noi Italiani.
“Principe, aiutate un poco Torre Annunziata” ha urlato una donna bionda “Aiutate la città, non solo la squadra”, le ha fatto eco un altro, mentre tutto intorno era una gara di strette di mano, di selfie e richieste di autografi. Lui, sempre sorridente, non si è negato a nessuno.
Un progetto ambizioso, che ha come modello il Napoli di De Laurentiis risorto dalle ceneri come l’araba fenice o come quello del “Presidente Telematico” Iervolino l’innovatore presidente della Salernitana che non piace all’Espresso ma non solo, un progetto che punta si alla rinascita della squadra, ma anche al recupero dei più giovani che vivono in aree sociali difficili.
“In 3-4 anni punteremo alla serie C e poi al ritorno in B. Voglio farlo per la città e per i tifosi. E soprattutto mi rivolgo ai giovani: grazie allo sport possiamo dare un calcio alla malavita”, ha detto in conferenza stampa il principino , fiero di se stesso come quando cantava sul palco dell’Ariston insieme al caro amico Pupo .
Filiberto sarà accompagnato da manager di comprovata capacità, tra i quali l’ex presidente del Savoia, Nazario Matachione, e dal nostro Signore Gesù Cristo visto le benedizione di Monsignor Raffaele Russo.
“Io credo nelle tradizioni di un popolo che non si arrende e soffro le preoccupazioni di chi possiede poco o niente” cantava così Filiberto, insomma se il popolo a fame e se non hanno pane, “che mangino Parastinchi e Palloni di cuoio ”.
Be the first to comment