Intervista a Simona Bernardini, Responsabile dell’ICE-ITA di Sydney

Dopo il successo delle recenti celebrazioni della Repubblica Italiana a Sydney, il nostro settimanale ha avuto il piacere di un’intervista con Simona Bernardini, responsabile per l’Oceania dell’ICE-ITA (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

L’ICE-ITA è l’organismo attraverso cui il Governo Italiano favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri, svolgendo attività di informazione, assistenza, consulenza, promozione e formazione. L’Agenzia offre inoltre supporto sia ad aziende italiane che intendono investire “downunder” che a importanti realtà australiane e neozelandesi che decidono di investire in Italia.

1. Ci parli un po’ di lei: Chi è Simona Bernardini e come arriva a Sydney alla guida dell’ICE-ITA?

“Ho iniziato la mia carriera lavorativa,” racconta Bernardini, “presso quello che allora era denominato Istituto Nazionale per il Commercio Estero, il 24 febbraio 1992. Avevo 21 anni e, piena di entusiasmo e valori tipici di quell’età che ancora conservo, decisi di partecipare al concorso pubblico per diplomati. Non ero ancora laureata ed ero iscritta al Corso di Laurea in Sociologia/Comunicazione e Mass Media dell’Università La Sapienza di Roma. Vinto il concorso, ho iniziato ad occuparmi di progetti di promozione del Made in Italy nel mondo e di formazione imprese, continuando a studiare per laurearmi.”

“Nel 2008, è arrivato il primo mandato estero in Germania, all’ICE di Düsseldorf; nel 2014, la Svizzera, dove dopo 20 anni dalla chiusura, ho riaperto l’Ufficio con sede a Berna presso l’Ambasciata d’Italia. Desiderosa di effettuare un’esperienza oltre oceano, nel 2022 sono arrivata in Australia, alla guida dell’Ufficio di Sydney che ha competenze sull’intera Oceania.”

2. Quali sono state le principali sfide che ha affrontato finora nel suo ruolo di direttrice dell’Istituto Commercio Estero a Sydney?

“Dal punto di vista delle relazioni commerciali,” spiega Bernardini, “la principale sfida è quella della distanza geografica dall’Europa in generale e dall’Italia in particolare. Tale distanza influenza le scelte commerciali e gli investimenti sia delle imprese esportatrici italiane che di quelle importatrici locali. La distanza geografica è anche sinonimo di alti costi di trasporto, sempre più crescenti, alimentati dai rincari energetici e dalle guerre. Le barriere non tariffarie adottate dall’Australia all’import e ai movimenti delle persone non agevolano gli scambi. La sottoscrizione di un trattato di Free Trade Agreement tra Australia ed Europa è cruciale per la cooperazione tra le rispettive economie. Un’altra sfida è la presenza di un numero limitato di manifestazioni fieristiche a livello internazionale, che non riescono a catalizzare l’interesse delle aziende italiane in modo incisivo.”

“Vi è poi una sfida interna rappresentata dalle dimensioni dell’Ufficio, che risultano ridotte rispetto al potenziale di mercato e alla vastità delle competenze territoriali. Ciononostante, posso contare su un team molto preparato, professionale e determinato.”

3. Quali opportunità emergenti nel mercato australiano ha identificato durante il suo mandato per le aziende italiane e come si articola il lavoro dell’ICE-ITA a riguardo?

“Il mercato australiano mostra delle opportunità incredibili, alcune poco o non del tutto esplorate, per le nostre imprese in ogni settore di punta del Made in Italy, quali macchinari, prodotti chimico-farmaceutici, apparecchiature elettro-medicali, ottiche, cinematografiche, veicoli auto, aerei, spaziali e relativa componentistica, prodotti in pelle e pelletteria, calzature, bevande ed alimenti, arredamento, complementi di arredo, abbigliamento. Se guardiamo al valore delle importazioni australiane dall’Italia, che nel 2023 si è attestato a 5,9 miliardi di Euro su un totale di 254.1 miliardi di Euro, ci possiamo immediatamente rendere conto che la nostra quota di mercato è solamente del 2.32%. I margini quindi di incremento dell’export italiano sono notevoli.”

“Il mio Ufficio è impegnato a promuovere tra le imprese italiane l’importanza del potenziale inesplorato e, tra quelle australiane, i vantaggi e il valore aggiunto in termini di qualità, affidabilità, flessibilità, sostenibilità ed avanzamento tecnologico che la collaborazione commerciale con l’Italia può arrecare al loro business. Questo obiettivo lo perseguiamo con l’attuazione delle missioni istituzionali dell’ICE, che si concretizzano in attività di assistenza, informazione, promozione e attrazione degli investimenti australiani in Italia.”

4. In quali modi l’ICE-ITA ha contribuito a promuovere i prodotti e i servizi italiani sul mercato australiano durante il suo tempo qui? Particolari progetti o iniziative?

“La nostra programmazione segue un percorso complesso e articolato, secondo le linee guida emanate dalla Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione, che comprende i principali stakeholder italiani impegnati nella promozione del Made in Italy e nell’internazionalizzazione delle nostre imprese, quali, tra gli altri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, come la Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Unioncamere, Confindustria, R.E.TE. Imprese Italia, ABI e Alleanza delle Cooperative Italiane.”

“Dal confronto tra il MAECI con la sua Rete diplomatica estera, le Associazioni di categoria ed Enti fieristici, ICE Roma e la sua Rete di 76 Uffici esteri, che propongono progetti strategici tarati sulle esigenze del proprio mercato di riferimento, deriva il Programma Promozionale annuale.”

“Per l’Australia in particolare, di concerto con l’Ambasciata d’Italia, ho proposto progetti specifici focalizzati sia su nuovi settori che su quelli tradizionali, con particolare focus sulle tecnologie per le energie rinnovabili, spazio, aerospazio, macchine agricole, agroindustria, bevande, design e moda. Realizzeremo delle collettive italiane alle principali manifestazioni fieristiche australiane, quali Fine Food, All Energy, Avalon, Fieldays (Nuova Zelanda), IAC ed eventi rivolti a un pubblico specializzato come il Design Day e la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, nonché azioni di promozione con la Grande Distribuzione Organizzata.”

“Abbiamo poi attivato l’FDI Analyst e relativo Team e avviato un Roadshow itinerante di presentazione nelle principali città australiane (Sydney, Brisbane, Melbourne, Adelaide, Perth e Auckland in Nuova Zelanda) delle opportunità, incentivi e finanziamenti offerti dal Governo italiano agli investitori esteri che hanno in programma di espandere la propria attività produttiva o commerciale in Italia.”

“A queste iniziative si affiancano le innumerevoli missioni di operatori e giornalisti australiani alle maggiori fiere internazionali italiane nei settori più disparati, quali gioielleria, abbigliamento, tessuti, filati, calzature, materiali lapidei e macchinari per la loro lavorazione, macchine per l’enologia, gelateria, agricoltura, occhialeria, editoria, aftermarket automobilistico, e molto altro ancora.”

5. Quali partnership strategiche si sono potute sviluppare con aziende locali o istituzioni australiane per favorire lo scambio commerciale tra l’Italia e l’Australia?

“Personalmente mi muovo sul territorio per conoscere le diverse realtà istituzionali, governative, imprenditoriali e dei mass media statali e nazionali, sia italiane che australiane. Partecipo attivamente alle attività delle Associazioni italiane, delle Camere di Commercio italiane, come pure dell’European Australian Business Council e della Delegazione dell’Unione Europea in Australia.”

“Il rapporto con Austrade e i vari organismi di promozione territoriale, quali Invest in NSW e in SA, per citarne alcuni, sono fondamentali per l’ampliamento del nostro network e il radicamento della nostra attività. Coltivo, inoltre, i rapporti con le aziende italiane presenti in Australia in ogni occasione utile. Credo fermamente che il rapporto diretto con la comunità business e non sia fondamentale per lo svolgimento del mio mandato istituzionale e per la crescita professionale e privata.”

6. Quali sono gli obiettivi e le sue priorità per il resto del suo mandato a Sydney e come intende realizzarli?

“Ho obiettivi ambiziosi che

desidero concretizzare entro il mio mandato,” conclude Bernardini, “quali la realizzazione di importanti fiere internazionali in Australia, che per ragioni logistiche e dimensionali non posso attualmente accogliere a livello mondiale; mi piacerebbe portare qui CIBUS e PLMA per il settore agroalimentare, Linea Pelle per quello conciario e le più importanti manifestazioni della moda e del design, rappresentativi dell’alta creatività e dell’ingegno italiani.”

“Inoltre, vorrei realizzare progetti strategici per i settori emergenti che non sono stati finora esplorati. Con la conclusione dei lavori della nuova Ambasciata di Canberra, vorrei accrescere i rapporti istituzionali e la collaborazione con il personale diplomatico italiano. Infine, vorrei aprire l’Ufficio di rappresentanza in Nuova Zelanda, territorio importante, altamente complementare con l’economia australiana e, come quest’ultima, caratterizzato da grandi potenzialità.”

Con questa visione proiettata verso il futuro e determinazione, Simona Bernardini guida con successo l’ICE-ITA di Sydney, promuovendo il meglio del Made in Italy nell’emisfero australe.

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