Delia aveva un bar come tanti, ma in realtà, il suo bar Hobbit a Ventimiglia era qualcosa di molto di più di un posto dove bere un caffè.
Tutto era cominciato una domenica mattina del 2015, quando Delia nota sul marciapiede davanti al suo bar un gruppo di mamme con bambini. Avevano dormito lì per terra, i piccoli avevano fame, piangevano. Erano a Ventimiglia di passaggio, per cercare di superare la frontiera con la Francia, a pochi chilometri di distanza. Una frontiera però invalicabile, e per questo i migranti, uomini, donne, bambini, si trovavano sospesi tra respingimenti violenti, ostilità, razzismo, o al massimo gelida indifferenza.
Delia, che conosce bene il dolore dei migranti dato che lei stessa da piccola si era trasferita in Australia con la sua famiglia, fa entrare tutti nel bar, per sedersi, andare in bagno, caricare i telefonini, bere. Loro non avevano chiesto nulla perché non avevano i soldi e si vergognavano. Ma Delia accoglie le mamme e offre del cibo ai bambini.
Il suo gesto non è solo generoso, ma anche “rivoluzionario” in un momento in cui a Ventimiglia era in vigore una vergognosa ordinanza che proibiva ai residenti di dare da mangiare ai migranti.
In poco tempo si sparge la voce, e Delia diventa “Mamma Africa”. Arrivano tanti migranti, e lei offre a tutti un po’ di accoglienza, un sorriso, umanità, ma anche vestiti, aiuto, cibo, pannolini e sapone. Arrivano le associazioni umanitarie, la Caritas, Medici senza frontiere. Ma se ne vanno molti clienti italiani, perché sono razzisti, o forse non vogliono mischiarsi con queste persone sofferenti e disperate. Come se la povertà fosse contagiosa.
Ma Delia non viene solo emarginata, insultata, minacciata. Il suo bar diventa vittima di atti vandalici e boicottaggi. Anche le istituzioni la lasciano sola.
E restare aperti, diventa sempre più difficile. Praticamente impossibile.
Delia ha resistito fino a dicembre 2021, ma poi si è dovuta arrendere. Il Bar Hobbit ha chiuso, e con il bar se ne è andato un ultimo baluardo di civiltà contro l’imbarbarimento di questi tempi. Delia ha pagato per il suo impegno e per la sua generosità, in un mondo dove altruismo e umanità sono merci rare.
Forse da questa pagina non possiamo fare abbastanza per lei, se non cercare di attirare l’attenzione di chi può fare veramente qualcosa.
Ma dobbiamo ricordarci che sono persone come lei che riscattano il genere umano.
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