Il Giappone ha iniziato a rilasciare acqua radioattiva trattata dalla disastrata centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico il giovedì. Questa mossa ha portato alla decisione della Cina di imporre un divieto totale immediato su tutti i prodotti ittici giapponesi. La Cina ha espresso preoccupazione per il rischio di contaminazione radioattiva legato agli alimenti e ai prodotti agricoli provenienti dal Giappone. Il governo giapponese ha approvato il piano due anni fa e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) ha dato il via libera il mese scorso. Questo rilascio fa parte delle operazioni di smantellamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, distrutta da uno tsunami nel 2011.
L’operatore della centrale, Tokyo Electric Power (Tepco), ha dichiarato che il rilascio è iniziato senza problemi. Tuttavia, la Cina ha ribadito la sua opposizione al piano, sostenendo che il governo giapponese non ha dimostrato che l’acqua rilasciata sia sicura. La Cina ha affermato che il Giappone non dovrebbe causare danni secondari alle persone locali e globali per i propri interessi egoistici. Il Giappone sostiene che il rilascio dell’acqua sia sicuro e cita il parere dell’IAEA, che ha concluso che l’impatto sull’uomo e sull’ambiente sarebbe “trascurabile”. Il Giappone ha chiesto alla Cina di revocare immediatamente il divieto di importazione dei prodotti ittici e ha cercato di avviare una discussione basata sulla scienza riguardo all’effetto del rilascio dell’acqua. Il rilascio dell’acqua radioattiva fa parte di un processo che si prevede durerà decenni. La centrale nucleare di Fukushima Daiichi fu distrutta nel 2011 da un terremoto e uno tsunami, causando fusione nei reattori.
La prima fase di rilascio coinvolgerà circa 7.800 metri cubi di acqua, contenente trizio radioattivo in quantità inferiore ai limiti di sicurezza. La mossa ha suscitato proteste in vari paesi. Attivisti, pescatori e cittadini esprimono preoccupazione per i possibili impatti ambientali e per la salute umana. Alcuni sostengono che non ci siano prove sufficienti di sicurezza e che la situazione possa essere dannosa. La Cina, Hong Kong e Macao hanno introdotto divieti di importazione sui prodotti ittici giapponesi. Anche la Corea del Sud ha annunciato restrizioni simili. In Giappone, ci sono state manifestazioni di protesta contro il rilascio dell’acqua, con richieste di fermare l’azione e preoccupazioni per la salute a lungo termine.
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