Tragica morte dei due cittadini Italo-israeliani finora dispersi

Tardi nella serata, è emersa una notizia devastante riguardante la scomparsa di Liliach Havron, moglie di Eviatar Moshe Kipnis, il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi, e di Nir Forti. Israele posticipa i piani di invasione terrestre.

Israele sembra inclinato a rinviare di alcuni giorni l’attesa invasione terrestre della Striscia di Gaza, nonostante le forze armate siano pronte per l’azione.

Nel frattempo, la branca militare di Hamas, le Brigate al-Qassam, ha annunciato il rilascio di altri due ostaggi, entrambi donne, grazie alla mediazione del Qatar e dell’Egitto.

Tuttavia, si segnalano “ostacoli” nelle trattative mediati dall’Egitto e dal Qatar per il rilascio di altri 50 prigionieri con doppia cittadinanza detenuti da Hamas a Gaza, come riportato dal Times Israel, citando una fonte diplomatica. L’impasse sembra dovuta alla richiesta di Hamas di collegare il rilascio degli ostaggi all’approvvigionamento di carburante per la Striscia, richiesta respinta da Israele.

Il ritardo nell’operazione terrestre, confermato anche dalla radio militare israeliana, sembra essere correlato alla necessità di agevolare la partenza degli ostaggi stranieri da Gaza (su richiesta degli Stati Uniti e con mediazione del Qatar e dell’Egitto), nonché consentire l’ingresso degli aiuti umanitari, con l’arrivo di un terzo convoglio, destinati alla popolazione della Striscia. Il tutto avviene mentre continuano i lanci di razzi dall’enclave palestinese, insieme a quelli di Hezbollah nel nord di Israele. Contestualmente, si registra un notevole aumento dei raid aerei israeliani.

Il portavoce militare israeliano ha riportato che, nelle ultime 24 ore, sono stati colpiti più di 400 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. Sarebbero stati eliminati decine di militanti di Hamas pronti a lanciare razzi e compiere attacchi contro Israele. In particolare, sono stati bersagliati campi di addestramento nei quartieri di Shujaiyya, Shati, Jabalia, Daraj Tuffah e Zaytun. Centri di comando collocati in moschee utilizzate da Hamas sono stati anch’essi colpiti. Sono stati uccisi vicecomandanti dei battaglioni di Nuseirat, Shati e Furqan.

Anche l’Iran non sembra intenzionato a ridurre le tensioni. Dopo le minacce di domenica, il secondo in comando dei Guardiani della Rivoluzione, Ali Fadavi, ha minacciato un attacco diretto all’Israele da Teheran, con Haifa come obiettivo designato. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno accusato il regime iraniano di “agevolare” gli attacchi alle basi americane nel Medio Oriente da parte di varie milizie sciite.

Come causa principale del rinvio dell’invasione, la radio militare ha menzionato la necessità di attendere il dispiegamento di rinforzi statunitensi nella regione. Gli Stati Uniti hanno comunicato, in sostanza, l’intenzione di schierare ulteriori forze in risposta alle minacce iraniane di agire “su vari fronti”. L’amministrazione Biden, contraria a un cessate il fuoco immediato, sostenendo che “sarebbe di beneficio solo a Hamas”, ha inviato in Israele un generale dei Marines e altri ufficiali come consulenti per le operazioni future, basandosi sull’esperienza acquisita nella battaglia contro l’ISIS a Mosul.

Tardi nella serata, la notizia della morte di Liliach Havron, moglie di Eviatar Moshe Kipnis, il cui corpo era stato trovato nei giorni scorsi, e di Nir Forti è emersa. Il ministro Tajani ha dichiarato: “Per l’Italia, è un altro giorno di lutto.” Israele rinviene i suoi piani di invasione terrestre nella Striscia.

Tuttavia, le forze armate israeliane proseguono con i preparativi: sia i militari in servizio che quelli richiamati stanno conducendo una serie di esercitazioni per potenziare le proprie capacità in vista di un’eventuale operazione terrestre a Gaza. Queste esercitazioni coinvolgono la formazione di squadre di combattimento composte da forze di fanteria, unità corazzate e altre componenti, da impiegare in diversi scenari. L’esercito è convinto che avviare l’offensiva terrestre “il prima possibile” sia cruciale per raggiungere gli obiettivi del conflitto con Hamas, anche se ciò comportasse pesanti perdite, nonostante i ripetuti attacchi di Hezbollah nel nord.

Al fine di smentire eventuali voci di disaccordi tra il governo e le forze armate riguardo ai tempi dell’invasione, il primo ministro Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi hanno emesso una dichiarazione congiunta in serata. Hanno enfatizzato la loro “stretta e piena collaborazione” e invitato i media “a evitare di diffondere notizie false”.

Tuttavia, voci riguardanti divisioni interne all’interno del governo sono alimentate da indiscrezioni secondo cui “almeno tre ministri” starebbero considerando le dimissioni per costringere il primo ministro a assumersi la responsabilità dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Sul campo, la situazione rimane in gran parte immutata. Israele continua a mirare alla Striscia di Gaza, concentrandosi sulle leadership di Hamas e della Jihad Islamica e sulle loro basi, con 436 vittime, secondo le autorità sanitarie locali, nelle ultime 24 ore. Il numero di vittime nella Striscia di Gaza, nonché in Cisgiordania nei conflitti con le forze armate, ha superato le 5.000 unità, di cui 2.055 sono minori. In Israele, ci sono ormai 222 ostaggi identificati.

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