Dopo un viaggio attraverso mezzo mondo, eccomi finalmente a Palermo, con la sua bella roccia minacciosa sopra l’aeroporto che abilmente il pilota evita… atterrando al “Falcone Borsellino”. “Finalmente” è un avverbio che uso raramente e tengo solo per le grandi occasioni… come quando finalmente cambieremo gestione all’ufficio consolare, oppure quando vincerò cento milioni alla lotteria.
Dopo l’atterraggio, piuttosto brusco per dirla sinceramente, con una virata prima a destra e poi a sinistra, l’aeromobile rallenta e poi procede lentamente fino allo sbarco. Qualcuno applaude. Non capirò mai se per una sensazione di sollievo o per un sincero ringraziamento al pilota. Arrivo al ritiro bagagli e, come incantato e stordito dal rombo dei motori, aspetto la mia valigia. Passano sul nastro trasportatore tante valigie, di tutte le misure e di tutte le forme. Qualcuna è legata con lo spago, altre sono nuove di zecca. La maggioranza è di colore scuro, nero. Qualcuna è verde, una è giallo ocra, molto bella a dir la verità; rosse ce ne sono poche. Questo è un bene, penso, considerando che la mia è rossa. Il nastro gira e ogni tanto un passeggero, per lo più soddisfatto, si affretta a tirar giù il suo bagaglio ed a dirigersi, ancor più soddisfatto, verso l’uscita.
Il nastro gira, gira… e poi, improvvisamente, si ferma. Mi guardo intorno: sono rimasto l’unico vicino al grande nastro di gomma nera. E la mia valigia rossa? Oh no! Non c’è la mia? Ora, invece di girare il nastro, girano le “cosiddette”… Non è possibile, penso, eppure la mia valigia rossa Ferrari non c’è. Cominciamo bene, dico a me stesso, considerando che sono rimasto solo io. In fondo allo stanzone c’è l’ufficio “Assistenza bagagli”. Appena il giovanotto con occhiali scuri mi vede, indovina il motivo della mia presenza: “Smarrito il bagaglio?”
Sembra genuinamente dispiaciuto e si siede prontamente al computer. Schiaccia tasti accompagnando l’operazione con smorfie facciali. Scuote la testa e nuovamente indovina: “Lei viaggiava con ITA da Roma?” Asserisco. Consegno le mie carte d’imbarco… Sydney, Canberra, Perth, Roma, Palermo… La valigia “dovrebbe” essere in uno di questi posti… Il “dovrebbe” mi rassicura. Esco e una folata di caldo Scirocco mi accoglie: “Benvenuto in Sicilia!”.
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