Tra un’Aquila e una Amatriciana… mica tanto

Nell’ultimo Intercomites di Cairns, uno dei temi trattati è stato quello dei fondi per il terremoto di L’Aquila e di Amatrice. Riuscire a dare ai connazionali un aggiornamento sul futuro di svariati milioni raccolti per dare sostegno ai connazionali in patria è la vera sfida se si vuole dare credibilità alle istituzioni.

Non basta, infatti, che la stampa sia istituzionale o reverenziale. Servono responsabilità e risposte tempestive affinché gli sforzi di chi ha pensato bene di donare del proprio ai connazionali travolti dalle catastrofi naturali non cadano nel dimenticatoio e si scenda al chiacchiericcio di corridoio.

Ma facciamo il punto sulle due raccolte di fondi. Inizialmente le somme da destinare a L’Aquila dovevano servire per la ricostruzione di Piazza d’Armi e un non meno identificato teatro. Dopo anni di scarsa comunicazione, la questione è approdata alI’Intercomites grazie all’interessamento del defunto presidente del Comites di Perth, Francesco Abbonizio. A perorare la causa, al momento, è l’attuale presidente del Comites del Victoria, Ubaldo Aglianò.

Secondo quanto si è appreso nei giorni scorsi, al momento si sta lavorando per un nuovo Memorandum d’Intesa con il Comune di L’Aquila e i fondi dall’Australia serviranno per la ricostruzione della Torre Civica, unico elemento superstite del trecentesco Palazzo del Capitano e oggi parte di Palazzo Margherita, sede del municipio cittadino.

La prima parte dei fondi dovrebbe partire ed arrivare e destinazione entro la fine dell’anno. Il Memorandum include le firme dei responsabili della Fondazione ‘Australian Abruzzo Earthquake Appeal Fund’, gli amministratori del Comune di L’Aquila e la direzione dei Villaggi Scalabrini, che nella transazione per l’invio della donazione hanno messo a disposizione la licenza di ente caritatevole.

Per quanto riguarda Amatrice, malgrado la nostra redazione abbia inviato una richiesta di informazioni, il Coasit di Sydney ha reso noto che pubblicherà un comunicato stampa nelle prossime settimane. In attesa che ciò avvenga, un precedente comunicato che vale ricordare, annunciava che nel 2019 il comitato promotore di raccolta fondi ha approvato una proposta per la realizzazione di un Centro Servizi nel comune marchigiano di Caldarola, con appena 1,600 abitanti, fortemente colpito dal sisma, nell’ex sede del Corpo Forestale.

A quanto è possibile sapere, il Comune di Caldarola avvierà la coprocedura di gara, per identificare una società di costruzioni che inizi la demolizione del plesso originario entro la fine dell’estate italiana e la successiva ricostruzione dell’edificio. Ulteriori fondi per il progetto saranno stanziati dal governo italiano, attraverso il Commissario per la Ricostruzione. In attesa del comunicato ufficiale da parte del Coasit, si può dire soltanto che dai bucatini all’amatriciana siamo passati alle olive ascolane. Che ben venga se quanto dato dall’intera comunità italiana riesca a fare la differenza per le popolazioni colpite.

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