una storia di solidarietà e impegno comunitario
Ci troviamo all’Italia Club di Darwin con Felice Materazzo, ex presidente e oggi membro attivo del Comitato, che ci racconta la storia di questo importante punto di riferimento per la comunità italiana locale.
“Subito dopo la guerra, i primi italiani arrivati a Darwin desideravano una casa comune dove incontrarsi, ma inizialmente non ci sono riusciti”, ci spiega Felice. “C’era un comitato, ma non riuscirono a ottenere il terreno. Fu solo negli anni ’70 che ci fu l’opportunità di acquisirne uno in una zona ancora nuova, qui dove siamo adesso. I vecchi mi raccontano che c’erano ancora i bufali selvaggi!”.
Con grande spirito di iniziativa, la comunità italiana si rimboccò le maniche: “Eravamo i primi in questa zona a disboscare e iniziare la costruzione.
Gli italiani erano per lo più nell’industria edile, quindi ognuno contribuiva come poteva: chi faceva il carpentiere, chi il muratore, e tutto era su base volontaria.
Le donne, intanto, cucinavano la pasta su fuochi all’aperto”, ricorda con un sorriso. “E c’era sempre qualche scherzo, ogni tanto spariva un bufalo… ma finiva presto sulla griglia per una bella bistecca al barbecue!”.
Il club divenne presto il cuore pulsante della comunità italiana a Darwin, ospitando non solo cene e feste, ma anche eventi culturali e sportivi: “Negli anni ’70 o ’78 riuscimmo ad aprire ufficialmente il locale.
Era un punto di ritrovo importante: le famiglie giovani si riunivano, le donne cucinavano, e si ballava. Eravamo circa duemila italiani a Darwin, e il club era sempre pieno, anche gli australiani venivano per giocare a freccette”.
Non solo divertimento, ma anche cultura. “Pian piano abbiamo avviato una scuola di italiano. All’inizio erano solo lezioni del sabato mattina, con un paio di donne della comunità che insegnavano ai bambini.
Con il tempo, grazie anche all’aiuto del Console Italiano, siamo riusciti a portare la lingua italiana nelle scuole governative. Con i fondi raccolti, abbiamo costruito una scuola proprio accanto al club”.
Tuttavia, con il passare degli anni, il club ha affrontato nuove sfide: “A un certo punto, il governo ha deciso di promuovere l’indonesiano invece dell’italiano, e purtroppo la nostra scuola ha perso slancio”, ammette Felice con rammarico.
Guardando al futuro, Materazzo riflette: “Oggi ci sono sempre meno italiani, ma abbiamo il dovere di continuare a usare queste strutture nel miglior modo possibile. Collaboriamo con altre comunità, come quella indiana, e il governo è contento che aiutiamo gli altri.
Se non ci sono abbastanza italiani, cerchiamo di mantenere vivo lo spirito del club aprendo le porte ad altre nazionalità. Dobbiamo essere intelligenti, aiutando gli altri e mantenendo alta la nostra bandiera”.
L’Italia Club di Darwin resta dunque un simbolo di impegno e solidarietà, un luogo dove le tradizioni italiane continuano a vivere attraverso l’integrazione e l’adattamento ai tempi moderni.
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