Dopo un lungo periodo di lockdown e l’isolamento imposto dalle restrizioni preventive che il Governo ha messo in atto a difesa del contagio pandemico, gli esponenti delle diverse realtà si stanno organizzando per una vera e propria ricostruzione sociale.
A tale scopo abbiamo posto alcune domande a Gabriele Lotà e Nancy Milazzo, amministratori del gruppo in Facebook “Famiglie Italiane a Sydney” su come hanno vissuto il periodo della pandemia e sulla loro candidatura per le elezioni del Com.It.Es. NSW.
1) Come pensi la comunità abbia vissuto la pandemia negli ultimi 18 mesi?
Un anno e mezzo fa, quando tutto ebbe inizio, non avremmo mai immaginato di dover vivere gli effetti di una pandemia e periodi di restrizioni più o meno rigide.
Da un certo punto di vista, vivendo in Australia siamo stati fortunati fino a quando non è arrivato l’ultimo lockdown con restrizioni più rigide rispetto al precedente e insistenti e martellanti campagne vaccinali.
Durante il primo lockdown, personalmente, non abbiamo vissuto la situazione con particolare ansia anche perché, come tanti lavoratori, pur perdendo l’impiego per quattro lunghi mesi erano stati stanziati i pagamenti job keeper, un aiuto finanziario messo in atto dal Governo per aiutare, appunto, chi non può recarsi al lavoro. E questa è stata una fortuna per molti nella nostra comunità.
In Italia, invece, la situazione era pessima: tanti casi Covid, tanti decessi (con o per Covid, tanta confusione al riguardo). Eravamo molto preoccupato per le nostre famiglie che vivono lì.
Ma la cosa che mi agitava e ci preoccupava più di tutte e che non mi faceva dormire la notte era che, se fosse successo qualcosa a loro, noi non potevamo in alcun modo andare in Italia in quanto il governo australiano aveva chiuso i confini in entrata e uscita.
2) Quali sono stati i maggiori problemi economici e sociali?
Dal punto di vista economico, la disoccupazione, l’aumento delle disuguaglianze e crisi di numerosi settori sono alcuni degli effetti drammatici causati dalla pandemia.
La pandemia ha causato una delle peggiori recessioni e ha aumentato la povertà. Molti paesi, tra cui l’Australia, hanno approvato misure di sostegno alle famiglie e alle imprese, ma nonostante ciò la gente continua a perdere il posto di lavoro e molte aziende piccole e medie hanno chiuso battenti e molte altre chiuderanno nell’immediato futuro.
Dal punto di vista sociale, il lockdown, la misura restrittiva introdotta per limitare i contagi, ha limitato la libertà personale e di conseguenza la salute fisico/ mentale ma, soprattutto, l’impossibilità di socializzare, di coltivare i rapporti interpersonali.
La gente, a causa delle restrizioni sempre più rigide, ha vissuto in solitudine aumentando inevitabilmente il livello di stress, ansia e depressione. Purtroppo l’isolamento sociale e un’incertezza generale hanno colpito il nostro equilibrio mentale.
3) Pensi che le nostre istituzioni abbiano fatto abbastanza per la comunità italiana durante la pandemia?
Non sappiamo esattamente cosa abbiano fatto le istituzioni per la comunità italiana. Forse siamo stati disattenti o non hanno pubblicizzato o coinvolto abbastanza la comunità. Comunque, non credo che le nostre istituzioni abbiano fatto qualcosa o abbastanza per la nostra comunità.
Di una cosa siamo certi: le nostre istituzioni sono spesso rimaste a guardare con distacco e indifferenza di fronte alle innumerevoli richieste di esenzioni per poter viaggiare in Italia o permettere ai nostri familiari di venire in Australia per motivi gravi di salute o per motivi compassionevoli.
Neanche di fronte al provato decesso di un familiare il governo australiano ha approvato l’esenzione. Assistere impotenti a tale indifferenza da parte delle istituzioni italiane è inaccettabile, inammissibile. C’è da chiedersi: ma dove siamo arrivati? E dove arriveremo?
Queste ragioni ci hanno spinto a metterci in campo per un rinnovato impegno a favore della comunità italiana attraverso l’organismo di rappresentanza del Com.It.Es. Le nostre istituzioni hanno bisogno di avvicinarsi sempre più ai cittadini nei momenti di difficoltà.
Il nostro apporto alla lista NOI ITALIANI sta proprio in questo, cercare di coinvolgere le famiglie italiane in nuove opportunità di aggregazione di assistenza, conoscere i loro problemi e offrire soluzioni pratiche.
4) Che sguardo daresti al futuro per le famiglie italiane a Sydney?
Ci auguriamo che le famiglie italiane a Sydney, in Australia e le famiglie di tutto il mondo possano affrontare nel migliore dei modi, intendo positivamente, questo periodo di uscita dalla pandemia, riallacciando i contatti e favorendo un graduale ritorno alla normalità.
Stiamo venendo fuori da un periodo che ci ha messo a dura prova, la nostra vita, la relazione con le nostre stesse famiglie e amici.
Purtroppo l’imposizione delle restrizioni, la propaganda e l’insistenza continua a l’inoculazione del “vaccino” hanno portato divisioni tra le persone ed il loro pensiero, mettendoci a volte gli uni contro gli altri.
Non bisogna escludere la possibilità di sgradite conseguenza che possono derivare nel periodo post-pandemico, e cioè l’odio e la discriminazione, come accadde durante la peste e altre pandemie in passato.
Tempo fa su Facebook venne pubblicato un post proprio sulla peste e il punto di vista del Boccaccio e del Manzoni. Entrambi consideravano i risvolti della pandemia in modo simile, invitando a restare umani quando il mondo impazzisce.
Ma il commento più profondo e più azzeccato fu proprio quello di un’amica: “Non c’è virus più letale dell’odio tra di noi.” Quindi, facciamo un appello all’unione tra noi e al rispetto reciproco, indipendentemente dalle scelte individuali.
L’odio reca tanto dolore. L’amore appaga la nostra vita, il nostro cuore.
5) Che scopo ha il gruppo “Famiglie italiane a Sydney” di cui tu fai parte?
Questo gruppo è stato creato con l’idea di organizzare eventi e trascorrere del tempo libero insieme, dare la possibilità ai nostri figli e a noi stessi genitori di continuare le nostre tradizioni, i nostri usi, la nostra cultura.
Speriamo di poter portare al Com.It.Es. le tante problematiche che ogni giorno i connazionali riportano nella nostra pagina e in tante altre pagine Facebook, attraverso la nostra candidatura.
Contiamo sul vostro supporto per la lista NOI ITALIANI affinché le famiglie italiane siano ben rappresentate e facciano sentire la propria voce alle istituzioni.
Per tutti noi è importante continuare a parlare italiano, ridere delle nostre battute, che siano del nord, centro o sud, non importa. Noi siamo italiani e amiamo la compagnia, amiamo ridere di noi stessi, gioire insieme.
Purtroppo da un anno e mezzo a questa parte non è stato possibile organizzare eventi, ma vi promettiamo che ci rifaremo presto!
Intanto, nel gruppo di Facebook potete postare e contare sull’aiuto reciproco. Noi siamo una comunità, una grande comunità col cuore generoso, se vogliamo!
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