di Luigi De Luca
Domenica 17, durante i festeggiamenti del Ferragosto di Five Dock, la sorella May insieme ad altri membri della comunità Brahma Kumaris ha accolto i visitatori in uno stand discreto ma ricco di significato. L’obiettivo non era quello di promuovere un prodotto o un servizio, ma di far conoscere una filosofia di vita fondata su valori universali: la spiritualità, la pace interiore e l’armonia con l’anima suprema.
Chi si è fermato ha trovato sorrisi sinceri, disponibilità all’ascolto e parole capaci di toccare corde profonde. In mezzo al chiasso e all’allegro fermento della festa, lo spazio dei Brahma Kumaris si è trasformato in un’oasi di calma, invitando i passanti a fermarsi un momento per riflettere. La loro proposta è chiara: ricordare che, nella corsa quotidiana, rischiamo spesso di trascurare la dimensione più autentica e preziosa della nostra vita, l’anima.
Il movimento dei Brahma Kumaris nasce in India nel 1937 grazie a Lekhraj Kripalani, un uomo che, dopo profonde esperienze spirituali, diede vita a una comunità fondata sulla meditazione, sull’autoconoscenza e sul rispetto reciproco.
Oggi l’organizzazione conta centinaia di centri diffusi in più di 110 Paesi e si distingue per una leadership femminile: le donne, infatti, hanno un ruolo centrale nella guida spirituale e organizzativa, un aspetto che ha reso il movimento pionieristico per il contesto culturale in cui è nato.
Uno dei pilastri della spiritualità dei Brahma Kumaris è la Raja Yoga Meditation, una pratica che non richiede rituali complessi ma che insegna a stabilire un legame diretto con l’anima e con l’Essere supremo.
Questa prospettiva attrae persone di ogni età e provenienza, soprattutto chi cerca un approccio non dogmatico e inclusivo alla spiritualità.
