Circa un secolo fa, durante il 29º Congresso Eucaristico Internazionale del 1928, oltre mezzo milione di persone riempirono le strade di Sydney. Oggi, l’Arcidiocesi di Sydney è di nuovo in corsa per ospitare il 54º Congresso Eucaristico Internazionale previsto per il 2028. Il verdetto sarà reso pubblico il prossimo 15 settembre, in occasione della Messa di chiusura del 53º Congresso a Quito, in Ecuador.Nella Chiesa Cattolica, il Papa convoca un Congresso Eucaristico Internazionale in una sede diocesana su proposta del vescovo. Il fine di ogni Congresso Eucaristico è quello di aiutare il popolo cristiano a credere, celebrare e vivere sempre meglio il mistero eucaristico. A questo scopo vengono scelti il tema e il modello celebrativo, ed un apposito comitato lavora per la preparazione e lo svolgimento.La storia del Congresso Eucaristico Internazionale di Sydney è profondamente legata alla tenacia e alla fede dei primi cattolici australiani. Alla fine degli anni venti del Novecento, la Chiesa cattolica australiana, cresciuta su quella piccola radice, contava quasi un milione e 200 mila fedeli cattolici (su sei milioni di abitanti), cinque arcivescovi, diciannove vescovi, 1.800 preti, religiosi di quasi tutti gli ordini e circa 10.000 religiose. La fede dei fedeli si manifestò pienamente nel Congresso, iniziando dalle accoglienze riservate al Legato Pontificio nelle due città (Adelaide, Melbourne) che egli visitò di passaggio e poi a Sydney, dove le manifestazioni dei fedeli nelle vie e nella cattedrale di Saint Mary espressero la devozione filiale all’inviato di Pio XI.Le imponenti manifestazioni del Congresso si aprirono mercoledì 5 settembre con una Messa Pontificale celebrata da Mons. Heylen, presidente del Comitato permanente. In seguito, Mons. Heylen, nel suo commovente discorso, dichiarò che il Congresso di Sydney eguagliava, se non superava, i precedenti per lo splendore, l’entusiasmo, il fervore religioso e la partecipazione straordinaria, in maggioranza popolare. Egli, che pure aveva presieduto sedici altri Congressi internazionali, non era mai stato così vivamente commosso come da quello.Terminata la Messa, iniziò una grandiosa processione a cui presero parte ben 120 tra arcivescovi e vescovi, prelati e dignitari di parecchie nazioni ed un’immensa moltitudine di fedeli insieme con i delegati internazionali. La stampa australiana calcolò che le persone presenti fossero più di 40 mila. La sera si tennero le assemblee generali in nove sale differenti ed in cinque lingue diverse.Giovedì 6 settembre, per assistere al Pontificale del Cardinale Cerretti, si erano riunite in cattedrale nove mila persone e più di quarantamila, impossibilitate ad entrare nel tempio, assistettero alla Messa dalla piazza e dalle strade adiacenti. Grazie al sistema di amplificazione, quella moltitudine non perse neppure una parola della Messa né dell’omelia di Mons. Manning, arcivescovo di Melbourne.Il tema proposto dal Papa per le discussioni generali del Congresso era «L’Eucaristia e la Santissima Vergine». Impressionante risultò la cerimonia della sera celebrata sul vasto terreno dello Showground o delle esposizioni. Mai, se si eccettua il Congresso di Chicago, si era visto un simile spettacolo. Il mare umano composto da 140.000 uomini fu attraversato dapprima, tra grandi ovazioni, dalla processione che accompagnava il Cardinale Legato fino all’altare monumentale eretto al centro.Il venerdì fu dedicato ai fanciulli e per loro si celebrò una Messa, all’aria aperta, officiata dallo stesso Legato. Vi parteciparono 20.000 bambini e bambine. Tutte le scuole cattoliche di Sydney erano largamente rappresentate. La Messa pontificale, accompagnata dal coro delle Figlie di Maria, fu celebrata dal vescovo di Brisbane mentre nell’omelia Mons. White propose l’immagine della «donna forte» del Libro della Sapienza e sulla maternità cristiana.Se è vero che tutte le cerimonie del Congresso furono splendide, esse tuttavia furono eclissate dalle manifestazioni di domenica 9 settembre. Il Cardinale Legato celebrò il Pontificale nel parco del collegio St. Patrick e da lì ebbe inizio la processione solenne di chiusura al canto del «Pange lingua». Il Santissimo Sacramento era protetto da un baldacchino finemente ricamato, portato da otto soldati decorati della Victoria Cross nella grande guerra. Attorno, bambini e bambine graziosamente vestite spandevano, a piene mani, variopinti fiori.Mentre la processione si avvicinava alla baia, le trombe salutavano il corteo con suono festoso, e uomini, donne e fanciulli si inginocchiavano in adorazione. Un battello, tutto decorato in bianco e oro, accolse il Cardinal Legato che portò a bordo il SS. Sacramento e lo pose su un magnifico altare. Mai la bella baia di Sydney aveva visto un simile spettacolo. Cinque aeroplani volavano per il cielo, in forma di croce del sud mentre il battello, che batteva bandiera pontificia, circondato da innumerevoli imbarcazioni, giunse sino all’apertura della Baia verso l’oceano. Dall’altare costruito sul battello, il Cardinale Legato benedisse con l’Eucaristia le acque del Pacifico, mentre tutta la folla delle barche cantava appassionatamente «O Sacrament Most Holy».Poi, dopo aver costeggiato le diverse isole, il battello attraccò al molo circolare del porto di Sydney da dove si riformò la processione verso la Cattedrale attraverso le vie della città tra una marea impressionante di gente. Nell’atrio della Cattedrale, il Cardinal Cerretti impartì la benedizione eucaristica e poi si avvicinò al microfono per comunicare al popolo i suoi profondi sentimenti: «Grazie a voi, dall’intimo del cuore, per questa grande manifestazione di amore e di fede che avete dato a nostro Signore Gesù Cristo. Imploro le benedizioni di Dio sopra di voi, le vostre famiglie e l’Australia». Infine, la folla cantò con vivezza e fervore l’inno di chiusura «La fede dei nostri padri» e quest’ultima cerimonia nella cattedrale pose fine al Congresso.
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